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ORIGINE DELLA CHIESA DI SANTA MARIA DI ORSOLEO

Circa l'origine di Orsoleo e ,in genere, la storia del Convento, si hanno, purtroppo pochissimi documenti: pur avendo una notevole importanza nella storia dei Francescani di Basilicata. Si deve pensare che nel Convento, che, fra l'altro, fu sede provinciale dell'Ordine monastico e importante centro studi, doveva trovarsi una grande biblioteca ed un ricco archivio ma, allo stato attuale, se si eccettua qualche rarissima carta dell'ultimo periodo di vita, a metà del sec. XIX. di tutto il patrimonio librario non è rimasto nulla. Gli unici antichi documenti, giunti fino a noi sono conservati nell'archivio della badia della Ss. Trinità di Cava dei tirreni, forse portati li per essere custoditi.
Dal primo di questi documenti, che è del marzo 1192, si ricava che in -Civitate Sancti Archangeli- vivevano due fratelli:Daniele -miles (cioè sodato ) e Zaccaria che era Prete, proprietari di alcune terre nella valle detta -Ursolei-. Confinante con queste terre ve n'era un'altra (appartenente ad un certo Algio) ove c'era, fra l'altro, una -cripta sculpta- cioè una grotta scavata che serviva probabilmente per la coltivazione del fondo stesso, o era una di quelle grotte che, ornate di immagini sacre, erano servite, o servivano ancora, come luogo di culto per eremiti e monaci bizantini.
I due fratelli, Daniele e Zaccaria, volevano costruire, in onore della Madonna, una chiesa presso questa grotta e chiesero ad Algio, loro vicino di terra che vendesse loro la sua proprietà, ed Algio la vendette al prezzo di duecento Ducati. Sei anni dopo un altro atto testimonia dell'ampliamento della fondazione, infatti Cura Maria vende a Zaccaria un altro terreno confinante con il primo.
La chiesa dovette ben presto attrarre fedeli e devoti, che, come si usava, l'arricchirono di doni, di terre, di case. Di conseguenza, cominciarono, per i rettori della cappella, le
preoccupazioni inerente l'amministrazione della proprietà.
La chiesa doveva essere di diritto privato, il prete, cioè che l'amministrava non era soltanto patrono, ma anche padrone, proprietario della cappella e dei beni ad essa legati Questo si puo arguire dal testamento che fece il già ricordato prete Daniele al prete Bonício, trasferendo ogni diritto e ogni patronato che aveva sulla chiesa, -con ì suoi beni
Immobili e mobili.
Boniclo, compra altra terra od ottiene altre donazioni, si puo' pensare, ddunque che con l'amministrazione di Bonlcio il territorio di Orsoleo assumesse, più o meno, le dimensioni e l’esposizione che poi ha sempre mantenuto.

Autore: Cartello esposto nel Santuario di Orsoleo

 

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